DIRETTIVA (UE) 2023/970 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO DEL 10.5.2023

DIRETTIVA (UE) 2023/970 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO DEL 10.5.2023

DIRETTIVA (UE) 2023/970 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 10 maggio 2023 volta a rafforzare l’applicazione del principio della parità di retribuzione tra uomini e donne

Il Parlamento UE ed il Consiglio UE (il 30 marzo ed il 24 aprile 2023) hanno adottato la Direttiva 2023/970 sulla trasparenza delle retribuzioni, pubblicata il 17 maggio 2023 sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, entrerà in vigore il 6 giugno 2023.

Gli Stati membri dell’UE avranno tempo fino al 7 giugno 2026 per recepire le disposizioni della Direttiva, che avrà un forte impatto sulle politiche retributive all’interno delle aziende poiche’ i datori di lavoro dovranno:

– ​fornire ai dipendenti e ai loro rappresentanti informazioni chiare e complete sia sui livelli retributivi individuali che medi, suddivisi per genere e per categorie (che svolgono lo stesso lavoro o un lavoro di pari valori) sia sui criteri utilizzati per determinarli;

– ​misurare e pubblicare il divario retributivo tra lavoratori e lavoratrici (calcolato su elementi oggettivi). Se il divario è superiore al 5% le aziende dovranno condurre una valutazione congiunta in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori per riequilibrare le differenze. Tale valutazione sarà effettuata per identificare, correggere e prevenire le differenze retributive ingiustificate tra le lavoratrici e i lavoratori;​

– ​basare i livelli retributivi su criteri di valutazione e classificazione del lavoro neutri dal punto di vista del genere.

L’innovazione particolarmente favorevole è rappresentata dall’inversione dell’onore della prova, considerato uno dei maggiori ostacoli per una efficace tutela dei lavoratori poiché’ la direttiva prevede l’onere a carico del datore di lavoro nei casi in cui un lavoratore riterrà che il principio della parità retributiva non sia stato applicato, la legislazione nazionale “dovrebbe” –ai termini di quanto previsto dalla direttiva- obbligare il datore a dimostrare che non c’è stata discriminazione.

I diritti così espressi si applicano a tutti i dipendenti a prescindere dalle dimensioni dell’azienda.

Dimensione considerata, invece, in sede di presentazione del rapporto annuale sul divario retributivo di genere valevole sole per le aziende con più di 250 dipendenti.

I datori di lavoro con meno di 250 e fino ai 150 e i datori di lavoro con meno di 150 lavoratori e fino a 100 dovranno riferire ogni tre anni sull’anno solare precedente (a partire da quattro anni per i primi, otto anni per i secondi dopo l’entrata in vigore della direttiva sulla trasparenza retributiva).

I datori di lavoro con meno di 100 lavoratori potranno effettuare la rendicontazione su base volontaria.

Per la prima volta, la discriminazione intersettoriale e i diritti delle persone non binarie sono stati inclusi nell’ambito di applicazione delle nuove norme.

 

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