“A seguito della dichiarazione dello stato di emergenza per rischio sanitario connesso al COVID e del Decreto Legge n. 6 del 23.02.2020, il Governo ha attribuito la competenza ad adottare le misure di contenimento della diffusione del virus a molteplici “autorità competenti”. Pertanto, sono state prodotti una serie di atti (DPCM, Decreti Ministeriali, Ordinanze Presidenti Regioni, Protocolli, Messaggi, Circolari, ecc) che non solo creano una grande confusione, ma sembrano minare anche l’assetto delle fonti del diritto, stante l’attrazione di interi ambiti materiali nell’orbita della legislazione di emergenza, con conseguente sottrazione di questi ultimi alla legislazione parlamentare e, più in generale, alla legislazione primaria”. A sostenerlo in una nota è l’Adgi Roma, Associazione Donne Giuriste Italiane sezione di Roma.
Coronavirus – I Dcpm rischiano di comprimere i diritti e frammentare l’Italia
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